L'Eurirs (acronimo di Euro Interest Rate Swap, tasso per gli swap su interessi) è il tasso di riferimento, calcolato giornalmente dalla European Banking Federation, che indica il tasso di interesse medio al quale i principali istituti di credito europei stipulano swap a copertura del rischio di interesse.
L'Eurirs è spesso usato come tasso base per calcolare interessi fissi, come quello dei mutui: ad esempio, un mutuo a tasso fisso può essere offerto come l'Eurirs per la durata del mutuo più uno spread variabile a seconda dell'istituto bancario tra 0.5% e il 3%. I tassi di riferimento sono stabiliti giornalmente; Eurirs e Euribor non sono indicizzati al tasso di sconto e alla politica monetaria decisi dalla BCE. L'Eurirs dipende dalla durata del prestito, non dall'ammontare del capitale. Come gli altri tassi di interesse, in generale, maggiore è la durata del prestito, e maggiore sarà l'Eurirs da applicare.
Per i prestiti a tasso fisso, il creditore subisce un rischio di mercato, legato a una variazione dei tassi di interesse. Se i tassi di interesse scendono al di sotto del tasso capitale, al quale è stato stipulato il mutuo, la banca guadagna. Viceversa, se i tassi di interesse salgono al di sopra dell'interesse al quale viene ripagato il debito, la banca subisce una perdita, pari alla differenza fra i due tassi. In termini finanziari, un mancato guadagno è equivalente a una perdita secca.
Per tutelarsi dal rischio di una perdita per un rialzo dei tassi di mercato, la banca stipula dei contratti in strumenti derivati, gli swap. Il prezzo di questi derivati può essere espresso come interesse percentuale sull'ammontare dei prestiti a tasso fisso "riassicurati". L'Interest Rate Swap (IRS) è il tasso di interesse al quale le banche ottengono gli swap, ed è una media degli interessi applicati agli swap pesata per i volumi di scambio. L'Eurirs è la variante del tasso IRS calcolata per il mercato europeo, fra le 50 principali banche dell'UE.
La Federazione Bancaria Europea è un'associazione che raccoglie i principali istituti di credito dell'UE, ed è indipendente dalle banche centrali. La pubblicazione non avviene né nel sito ufficiale della FBE né tramite un periodico o uno dei circuiti stampa utilizzati per l'informativa finanziaria (Reuters, Boomberg, etc.).
L'Euribor (acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro) è un tasso di riferimento, calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee.
L'Euribor viene utilizzato come tasso medio applicato da primari istituti di credito per operazioni a termine effettuate sul mercato interbancario (con controparte altri primari istituti di credito) con scadenza una, due e tre settimane, e da uno a dodici mesi. L'Euribor varia solamente in funzione della durata del prestito e non dipende dall'ammontare del capitale.
La nascita dell'Euribor è avvenuta, contestualmente a quella dell'Euro, il 1º gennaio 1999; più precisamente il primo tasso Euribor è stato definito il 30 dicembre 1998, con validità dal 4 gennaio 1999. Attualmente viene determinato ("fissato") giornalmente dalla European Banking Federation (EBF) come media dei tassi di deposito interbancario tra un insieme di banche, oltre 50. I tassi applicati a tali operazioni dalle banche con il maggiore volume d'affari dell'area Euro (per l'Italia contribuiscono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e UBI Banca) e da alcuni istituti di credito estranei all'area vengono comunicati giornalmente, entro le ore 11 CET, all'agenzia Reuters che provvede, per ogni singola scadenza, a calcolarne la media (arrotondata al terzo decimale) escludendo dal computo il 15% dei valori rispettivamente più alti e più bassi. Tale esclusione permette di evitare che valori anomali falsino il valore dell'Euribor stesso. Reuters provvede poi a pubblicare giornalmente il valore dell'Euribor.
La comunicazione dei dati è su base volontaria per le varie banche, l'Euribor è calcolabile se partecipano almeno 12 istituti di credito.
Non c'è un solo tasso Euribor: vengono infatti definiti tassi per durate di tempo differenti, che variano tra una settimana e un anno. Come per tutti gli interessi in relazione alla loro durata, l'Euribor è crescente con la durata del prestito: un Euribor a 1 anno (indicato come EUR 12M) è maggiore di un Euribor a 6 mesi (EUR 6M), e questo è maggiore di un Euribor a 3 mesi (EUR 3M). Da notare che il tasso è calcolato su una base di 360 giorni all'anno, per cui ad esempio spesso ci si riferisce a un tasso EUR 1M con l'indicazione "Euribor 1m/360". Il calcolo su base 365 giorni può essere effettuato con una semplice proporzione.
Sono rari i casi in cui gli interessi nel breve termine sono più alti di quelli a medio-lungo: il fenomeno è interpretato come un pessimismo degli investitori che si attendono un calo nel lungo termine della redditività e della creazione di valore economico.
L'Euribor è un indicatore del costo del denaro a breve termine, ed è spesso usato come tasso base per calcolare interessi variabili, come quello dei mutui. L'Euribor è tipicamente il riferimento dei mutui ipotecari a tasso variabile: ad esempio, un mutuo prima casa può essere offerto con cedola semestrale al tasso "euribor a sei mesi con spread dell'1,5%".
A seguito delle turbolenze nel mercato finanziario verificatesi negli ultimi mesi del 2008 il Governo Italiano ha emesso il cosiddetto ‘Decreto anti crisi’, poi convertito nella Legge n. 2/2009, all’interno del quale si prevede, tra l’altro, l’obbligo per gli Istituti di Credito che offrono mutui a tassi variabili di consentire al cliente la possibilità di optare per il tasso della Banca Centrale Europea (BCE).
Il tasso BCE è il tasso ufficiale di sconto applicato dalla Banca Centrale Europea negli scambi di denaro tra le banche.
Per capire l’opportunità o meno di scegliere il tasso BCE come parametro per un mutuo occorre fare una premessa.
Per determinare la rata del mutuo vengono generalmente utilizzati i tassi Euribor ed Eurirs e che questi tassi sono calcolati in base all’andamento del costo del denaro scambiato tra le principali banche europee.
Il tasso BCE è invece fissato dalla Banca Centrale Europea, che con la sua politica monetaria incide direttamente sull’andamento dei tassi di interesse. Va detto che storicamente questo indice è stato spesso inferiore all’Euribor, anche se negli ultimi mesi la situazione si è invertita, e che gli spread proposti dalle banche per i mutui a tassi BCE sono superiori a quelli indicizzati all’Euribor.
Nella scelta di un mutuo BCE bisogna quindi soppesare accuratamente vantaggi e svantaggi, tenendo conto che non esiste un mutuo in assoluto migliore.
Riassumendo, da un lato l’ indice BCE è più stabile, non subisce oscillazioni giornaliere e in genere è più basso dell’Euribor, dall’altra occorre prestare attenzione allo spread maggiore che può rendere poco conveniente l’offerta.
I mutui a tasso variabile con Cap sono forme di finanziamento affini al comune tasso variabile ma ne differiscono per la presenza da contratto del limite imposto e fissato da un tetto massimo inerente il tasso di interesse applicato al mutuo, ovvero il TAN, oltre il quale l'importo della rata da rimborsare verrà riversato a carico dell'istituto di credito concedente.
Il mutuo a tasso variabile con Cap: come funziona
Solitamente un mutuo a tasso variabile si compone di una rata di rimborso per l'appunto variabile in base a un dato paramento Euribor o BCE.
Questa soluzione di finanziamento spuò presentarsi spesso maggiormente economica rispetto ad una opzione a tasso fisso ma può comportare la presa in carico del rischio di incremento della rata passibile di aumenti imprevisti o imprevedibili.
Per ovviare a questo inconveniente, le banche possono dunque proporre ai clienti soluzioni di mutuo a tasso variabile con CAP, formula la quale prevede che l'istituto di credito, attraverso una compagnia di assicurazione, tuteli il richiedente da eventuali variazioni a incremento del tasso per mezzo di un'apposita polizza assicurativa atta a ricoprire il maggior costo della rata imponendo un tetto massimo alla stessa.
In caso di superamento del limite, sarà l'assicurazione a rimborsare all'istituto di credito la somma eccedente.
Il mutuatario godrà quindi di una notevole protezione qualora in periodi caratterizzati da alta inflazione.
Il mutuo a tasso variabile con Cap: vantaggi e svantaggi
La peculiarità di un mutuo a tasso variabile con Cap, oltre al permettere la conoscenza sin dall'inizio dell'importo massimo raggiungibile dalla rata da versare, risiede nel fatto che il tasso di interesse non potrà mai superare il limite predefinito dal contratto stesso quindi qualora il tasso d'interesse sia inferiore al tetto massimo, il calcolo degli interessi risulterà conforme al mutuo a tasso variabile.
In caso di incremento del tasso, non si pagherà mai un tasso superiore al tetto stabilito.
Questa sicurezza però, insieme alla copertura assicurativa sul rischio, si traduce in uno Spread maggiore. La rata sarà quindi superiore rispetto a quella di un normale mutuo a tasso variabile poichè atta a ricomprire il costo dell'assicurazione.
Si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo.
Il principio è classicamente commerciale. Il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread).
Negli scambi tra banche il denaro ha una sua quotazione, che in Europa viene definita Euribor. Quello è il tasso, rilevato giornalmente, a cui la banca può comprare valuta, o anche venderla se ne dispone in eccesso.
La collocazione del denaro mediante un finanziamento al cliente dovrà perciò avvenire ad un tasso un po' più alto.
Ciò consentirà di compensare le spese di gestione della struttura creditizia e della pratica nonché i rischi dell'operazione, e guadagnarci sopra qualcosa. Questo incremento è chiamato appunto "spread".
Un mutuo a tasso variabile verrà perciò rimborsato ad un tasso stabilito con il criterio:
Euribor + spread
dove l'Euribor costituisce la componente variabile del tasso, mentre lo spread quella fissa, che resterà invariata per tutta la durata del mutuo.
Essendo solidamente garantiti dall'ipoteca i mutui sono gravati da modesti rischi di insoluto e consentono l'applicazione di spread molto bassi.
Anche per i mutui a tasso fisso si parla di spread. In quel caso costituisce la quota aggiuntiva applicata al parametro di riferimento IRS, in base al risultato dell'addizione:
IRS (di durata pari a quella del mutuo) + spread
Qui però lo spread servirà per calcolare il tasso una sola volta, il giorno della sottoscrizione del contratto di mutuo, perché in seguito il saggio di interesse non potrà più subire alcun aggiornamento.
Attraverso questa operazione, si finanzia l’acquisto di un immobile adibito a civile abitazione.
La percentuale massima finanziabile è, in genere, pari all'80% del valore di mercato del bene oggetto d’ipoteca, elevabile al 100% qualora si verifichino determinate situazioni o si forniscano ulteriori garanzie (come, a puro titolo esemplificativo, la stipulazione di una polizza assicurativa integrativa del rischio oppure la fornitura di altra garanzia immobiliare).
Si finanziano le opere di costruzione, di completamento e di ristrutturazione di un immobile documentate da computi metrici, progetti approvati e concessioni edilizie. In questo caso la quota d’intervento massima della banca è pari all’ottanta per cento.
È un’operazione destinata a finanziare l’estinzione di un precedente mutuo con contestuale accensione di uno nuovo a tassi migliori.
La rinegoziazione è una procedura attraverso la quale si “elimina” il vecchio mutuo, stipulato a condizioni non più convenienti e se ne ottiene uno nuovo con termini contrattuali più vantaggiosi.
I mutui per liquidità sono rivolti a finanziare determinate esigenze di credito della clientela.
Tali esigenze devono essere, in ogni modo, finalizzate ad un obiettivo accettato dalla banca come ad esempio l’eliminazione di passività in corso (come i prestiti personali), altri investimenti (acquisto titoli, di azioni, di obbligazioni, di quote societarie, soddisfacimento d’esigenze familiari, ecc.).
E' possibile, infine, stipulare un'operazione di mutuo finalizzata all'estinzione delle passività in essere.
In un periodo che può risultare straordinariamente difficile a livello economico, si può rendere necessario risolvere il problema di uno o più debiti con tassi d’interesse eccessivamente alti, o che hanno oggi una rata mensile troppo onerosa.
Una delle soluzioni è scegliere un mutuo consolidamento debiti e liquidità. Un mutuo ipotecario che consente di dilazionare il debito in un periodo più lungo, con un tasso d’interesse molto più conveniente e quindi di godere di una rata mensile molto più ‘leggera’.
E’ possibile abbinare al mutuo consolidamento debiti una somma aggiuntiva e richiedere un mutuo liquidità.